Il lavoro, partendo dalla considerazione della organizzazione patrimoniale dei diversi gruppi associativi per il raggiungimento degli obiettivi sociali, si sofferma sulla grande questione giuridica della considerazione unitaria della attività giuridica compiuta da una collettività. Due sono le soluzioni che, nel corso della storia, i giuristi hanno individuato per tale questione: da un lato, il modello antico della societas e, dall’altro, il modello medievale-moderno della persona giuridica. Nella organizzazione patrimoniale di tali modelli emerge la diversità di ideologia connessa al modo di concepire e costruzione le relazioni fra gli uomini. Lo studio si sofferma, quindi, sul frammento di Gaio, in D. 3,4,1, ove si legge che societates e collegia erano organizzati ad exemplum rei publicae, secondo un modello societario comune alla base anche della struttura costituzionale della urbs-civitas. Nella visione di Gaio, la societas si presenta come unità concreta e non astratta, come emerge della espressione habere corpus. Per comprendere come questa unità concreta si presenti di fronte ai terzi e quindi pure intendere la identità della societas, la quale permane nel rapporto con la pluralità dei socii anche quando muti la identità di un singolo, si deve però rifiutare la applicazione della categoria astratta di persona giuridica.