Fra le numerose carte inedite del poeta di Melicuccà (1910-1961) – alcune delle quali strutturate, a volte mandate a case editrici varie e da queste rifiutate, altre rimaste nei suoi quaderni ma sempre rilette dall’autore tutt’altro che disattento, come il testo di sotto proposto – pochi commenti alla propria o altrui poesia, molte le poesie di grande interesse e modernità, in specie se rilette oggi a ridosso delle esperienze di neo-avanguardie, del postmoderno in varie forme, e del loro superamento. E forse già del lavoro di Amelia Rosselli, che molto lo amava – e ce lo fece conoscere. Grazie alla dedizione di un folto numero di (rari) lettori, tra i quali in primo luogo il Gruppo Sperimentale Villanuccia (che ringraziamo), esse viaggiano, per lo meno in Europa (Germania, Francia, Spagna...) e vengono tradotte, ad esempio dal Centro di ricerca CIRCE della Sorbonne Nouvelle, di cui fa parte l’italianista, poeta-traduttore Jean-Charles Vegliante (cfr. http://uneautrepoesieitalienne.blogspot.com). Questi, collaboratore anche del sito di Villanuccia per la parte in francese (http://www.lorenzocalogero.it/traduzioni/ francese/) con i suoi giovani ricercatori, presenta oggi, traduce e ci manda la poesia o frammento di poesia in fieri sicuramente leopardiano – anzi dedicato come sembra all’Infinito, da una cittadina all’altra, in fondo –, siccome Steso sul letto dei monti... davanti a “sconfinato orizzonte”, e certamente senza pace.